Investire nei progetti psicologici è un ottimo modo per rivoluzionare alcuni contesti sociali attraverso le conoscenze scientifiche psicologiche.
Grazie ad un team di esperti, puoi chiedere a noi di risolvere determinati problemi che possono emergere nella tua azienda, organizzazione, organigramma, scuola col fine di prevenire, curare o addirittura migliorare la produttività agli indici da te preposti.
A differenza del modello prevalente di welfare, che opera in riferimento alle condizioni di vita dell’individuo e prende come parametro esclusivo il reddito, il welfare delle capacità lavorativa, l’“empowerment”, ovvero sul potenziamento delle persone affinché possano essere libere di realizzare appieno gli obiettivi che ritengono più consoni alla propria natura e alle proprie attitudini, è ciò che si sta affermando nei tempi recenti. Si è capito infatti che ciò che contribuisce ad una migliore produttività di qualsiasi azienda, ente, istituzione, o università è il benessere di ogni lavoratore. Ma ciò che contribuisce al benessere di ognuno, è la capacità di apportare delle decisioni sulle proprie scelte, ovvero non essere un mero ingranaggio del sistema, a cui è richiesta una produttività senza tenere in considerazione le risorse interne e personali di ognuno. E’ un’idea che spesso può generare ansia ed angoscia, in quanto questi sono gli effetti della possibilità di scelta e dell’autonomia, ma è qualcosa con cui doverci fare i conti, perché è maggiormente rappresentativo della realtà che ci lascia molto spesso scoperti e “da soli” ad affrontare le nostre difficoltà, e anche perché porta a risultati migliori. L’empowerment quindi è una condizione non solo necessaria, ma etica, per il benessere di ognuno.
Questo approccio, nella pratica, si concretizza nell’investire non tanto o non solo per sanare temporaneamente situazioni di emergenza ma piuttosto per sostenere le persone, a cominciare da quelle in condizioni di difficoltà, allo scopo di renderle progressivamente capaci di esprimere al meglio il proprio potenziale e di recuperare un ruolo attivo nell’ambito del contesto sociale in cui vivono.
La psicologia della comunità, che in Italia vanta una Scuola famosissima e valida, fa ampio uso di questo concetto, perché ha riconosciuto in esso la chiave di volta per risolvere alcune condizioni di scacco in cui un cittadino si può venire a trovare.
Sensazioni di emarginazione, di vergogna, di perdita del proprio locus of control interno, la generalizzazione ad un sistema che lascia poco spazio di scelta e di inventiva, sentirsi quindi perseguitati, isolati e senza la percezione di poter fare qualcosa per liberarsi da queste catene dolorose, sono alla base di comportamenti disadattativi, violenti, e a sensazioni di depressione e di disfatta.
L’empowerment è, precisamente, un processo di “acquisizione di potere”, inteso come capacità di intervenire attivamente sulla propria vita.
Si agisce in primis sul livello individuale, attraverso l’attivazione di risorse e competenze e il rafforzamento del potere di scelta, previa una corretta analisi della realtà e delle possibilità che essa offre, per allacciare i nostri desideri con i vincoli della realtà. Poi, direttamente ed indirettamente, si agisce sul livello sociale perché un individuo “empowered” diviene una risorsa per l’altro e per la propria organizzazione, per la propria comunità locale e il proprio paese, garantendo una promozione del benessere globale.
L’empowerment, quindi, può costituirsi come uno strumento e al tempo stesso un fine della promozione della salute.
Allora lo sviluppo dell’empowerment dell’individuo è strettamente correlato allo sviluppo dell’empowerment degli operatori, tramite la promozione di percorsi formativi tesi, non tanto alla trasmissione delle conoscenze, ma all’attivazione di competenze psicosociali. Questo è particolarmente vero durante la preparazione del progetto, ma anche durante l’esecuzione dello stesso, attraverso attività di monitoraggio continuo e reversivo in base ai risultati prefissati.
Ci siamo accorti che c’è bisogno di un approccio che guardi alla Comunità nel suo complesso e nelle sue articolazioni. Per fare questo la componente psicologica va riconosciuta come parte essenziale nel campo della salute, dell’educazione, del welfare e delle politiche del lavoro. Il Centro Nazionale di Psicologia non guarda solo al suo interesse, ma si occupa di apportare le proprie conoscenze e le proprie competenze all’interno della Comunità. Questo è un fine etico ben preciso, perché, per uno psicologo, che deve valorizzare le sue competenze in modo integrato con le altre professioni, non è possibile guardare solo all’erba del proprio giardino.
La Psicologia di Comunità è quindi strettamente intrecciata con la Psicologia dei Gruppi, in quanto da essi, sia grandi che piccoli, è composta sia una Comunità, sia un’azienda, un’organizzazione, una scuola. Quindi, non si può prescindere dall’osservare i gruppi che compongono l’area sulla quale si andrà ad intervenire. Il benessere di un gruppo è la variabile fondamentale che guida alla soddisfazione dei risultati attesi. Verranno quindi esaminati gli aspetti costitutivi di un gruppo: i processi di socializzazione di gruppo, lo sviluppo di gruppo (cioè i suoi cambiamenti nel tempo), i principali fenomeni dinamici, il sistema di status e i ruoli nel gruppo, la costruzione di norme implicite ed esplicite, le strutture e le reti di comunicazione, le varie modalità di esercitare la leadership. Conoscendo le forze che tendono a mantenere unito il gruppo (conformità e coesione) e le forze che possono minacciarne l’unione (devianza, conflitti interni, processi scismatici) andremo a contribuire al benessere del gruppo. Si analizzeranno anche i temi relativi ai processi decisionali e all’efficienza dei gruppi di lavoro e verranno esaminati gli aspetti relativi ai confronti, alle tensioni e ai conflitti fra i gruppi sociali e le motivazioni che li sottendono.
Infine risulta importante il tema dell’autorità e si approfondiranno i concetti di obbedienza, disobbedienza e devianza, soprattutto in relazione al concetto di leadership.
Un gruppo che sta bene, e risolve il conflitto in maniera costruttiva, è un gruppo più produttivo, perché le prime risorse che contribuiscono alla riuscita di una azienda, di una società e di una organizzazione, sono quelle interne, le proprie risorse psicologiche che sono all’origine di ogni successo.
La psicologia non è un optional, non può essere un lusso per pochi ma una risorsa per tutti.
Saremo lieti di indicarti le figure professionali a cui rivolgerti, offrirti la disponibilità di esperti del settore, analizzare insieme ciò che limita la tua comunità, la tua azienda, la tua organizzazione dal raggiungere i risultati sperati e predisporla quindi in un assetto che sia produttivo e vantaggioso.