Il neurofeedback è uno strumento per mezzo del quale si può imparare a modificare l’ampiezza, la frequenza e la coerenza degli aspetti elettrofisiologici del cervello.
Con il neurofeedback si visualizza in tempo reale, sul monitor di un computer, la propria attività elettroencefalografica. Lo strumento consente di educare il cervello a produrre onde cerebrali in specifiche ampiezze e posizioni, tanto da divenire capace di rieducare se stesso, fino a raggiungere il pattern di attività desiderato.
Questa tecnica si caratterizza per essere una valida alternativa al trattamento farmacologico.
Viene utilizzato per numerosi problemi come insonnia, sonnambulismo, incubi, bruxismo, vertigini, ipertensione, tachicardia, desiderio di zucchero, alterazioni degli appetiti sessuali, emicranie, svenimenti, epilessia, perdita di memoria, difficoltà a leggere, difficoltà di ritrovare le parole, tremori, fatica fisica, iperattività, deficit dell’attenzione, rabbia, collera, frustrazione, eccessivo fumo di sigarette, consumo di droghe, bisogno di caffeina, alimentazione mal equilibrata, tristezza, ansia, attacchi di panico, fobie, sentimenti di persecuzione da parte degli altri, comportamenti autolesionistici, aggressività, impulsività e sensazioni di sconfitta.
Il paziente viene fatto accomodare su una poltrona, davanti a un computer. Il trainer applica alcuni elettrodi sul cuoio capelluto del paziente, che rilevano l’attività cerebrale e la trasmettono al computer. L’attività cerebrale viene quindi amplificata e convertita sullo schermo in segnali acustici e visivi di facile comprensione. In questo modo il paziente vede in tempo reale l’andamento della propria attività cerebrale e può essere aiutato a produrre un’attività cerebrale che implica il resting-state, ovvero uno stato di rilassamento che è alla base dell’eliminazione dei sintomi proposti. Il paziente potrà così, in questo modo, riprodurre, anche quando è a casa, o al lavoro, l’attività cerebrale che ha imparato a gestire durante le sessioni di neurofeedback. Il lavoro deve essere intensivo (in media 2-3 sedute a settimana), per circa 30 o 60 minuti, in base alla capacità del paziente di mantenersi concentrato.