I disturbi dell’alimentazione (DA) sono malattie complesse determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo che portano, chi ne è affetto, a vivere con una ossessiva attenzione alla propria immagine corporea, al proprio
peso e a un’eccessiva necessità di stabilire un controllo su di esso. Sebbene il peso sia un importante indicatore, il fisico non deve essere considerato il solo fattore di rischio, perché anche persone di peso corporeo normale possono
essere affette dalla patologia.
I DA possono compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e portare nei casi più
gravi addirittura alla morte.
I principali disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED); i manuali diagnostici, inoltre, descrivono anche altri disturbi correlati, come i disturbi della nutrizione (feeding disorders), quali ingerire sostanze non nutritive, rigurgito di cibo che può essere rimasticato o reingerito, mancanza di interesse per ciò che riguarda l’alimentazione, ingiustificata preoccupazione per ciò che concerne il mangiare, evitamento di cibo in base alcune caratteristiche sensoriali, e i disturbi alimentari sottosoglia, categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.
Con disturbi della nutrizione si indicano tutti quei comportamenti, accompagnati da schemi di pensiero disadattativi ed anomali, che influenzano in maniera negativa l’alimentazione dell’individuo secondo gli standard attesi dalla sua età, portando generalmente ad effetti visibili (anoressia, obesità) o invisibili (bulimia etc.) sul corpo.