I disturbi dell’umore sono un’insieme di sindromi chiamate anche “disturbi affettivi” nei quali il paziente vive una grave alterazione del tono dell’umore. Per poter parlare di disturbi dell’umore è necessario che l’alterazione sia duratura nel tempo, che interferisca sulle normali funzioni sociali e lavorative della persona. La cura dei disturbi dell’umore, come depressione o disturbo bipolare, prevede in genere trattamenti farmacologici e non farmacologici. In alcuni casi risulta necessario un ricovero ospedaliero.
I principali disturbo dell’umore sono: la depressione, uno dei più gravi e, al contempo, più comuni disturbi mentali, causa di grande sofferenza umana e di enormi costi per la società. Si presenta con umore caratterizzato da sentimenti di tristezza e sensazione di vuoto interiore, perdita di interesse e piacere, sensi di colpa e autosvalutazione, disturbi del sonno e dell’appetito, astenia e scarsa capacità di concentrazione. Questi problemi possono diventare cronici o ricorrenti e possono condurre a un sostanziale peggioramento della qualità della vita e a limitazioni nelle attività quotidiane.
La mania, al contrario della depressione, caratterizzata da eccessiva euforia e valutazione di sé, logorrea, aumento della velocità del pensiero fino a sfociare in sintomi psicotici come deliri.
L’umore misto caratterizzato dalla presenza di sintomi depressivi e sintomi maniacali in concomitanza detto anche “umore disforico“
Il trattamento cognitivo-comportamentale dei disturbi dell’umore consiste nell’aiutare la persona a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente, riattivando o acquisendo modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.
La depressione ad esempio si sostiene su una triade cognitiva caratterizzata da una visione negativa di sé sotto il profilo del valore personale (“sono un perdente”; “sono un fallito”) e dell’amabilità (“nessuno mi ama”; “non sono degno di amore”); una visione negativa del mondo (“il mondo è un luogo cattivo e infelice”; “gli altri approfittano di me”; “la vita è ingiusta nei miei riguardi”); aspettative negative circa il futuro (“non cambierà mai nulla”; “sarò sempre un fallito”). L’intervento andrà opportunatamente a modificare tali atteggiamenti disfunzionali.
Il principale obiettivo della terapia cognitivo-comportamentale nei casi di mania è prevenire la ricorrenza di questi stati attraverso il riconoscimento dei sintomi che segnano l’ergersi del disturbo e sviluppare degli interventi rapidi che possano rallentare o bloccare questo processo.
Per il disturbo misto, si prenderanno in considerazione i cicli con i quali si presenta alternativamente la depressione e la mania, che spesso hanno la stesso origine, e modificare gli atteggiamenti e gli schemi cognitivi ad essi associati o che ne sono spesso alla base.